MODA & COSTUME ANNI ’70

Anche a Roma, così come nel resto del paese e più in generale nel mondo occidentale, gli anni ’70 sono gli anni dei grandi ideali, della libertà, dei collettivi, dei fermenti sociali, dei diritti civili, dei comportamenti anti-conformisti e anti-consumisti, dell’emancipazione femminile e della parità dei sessi. Tutti questi aspetti finirono necessariamente con l’influenzare la moda e il costume di quell’epoca, soprattutto di quella parte maggioritaria di mondo giovanile che raccoglieva l’eredità della generazione precedente, quella del ’68 per intenderci. A Roma, e non solo a Roma, in realtà i giovani si divisero su schieramenti contrapposti, da una parte c’erano quelli che si ispiravano appunto alla filosofia hippie, che si dichiaravano anarchici, atei o comunque di estrema sinistra, erano i cosiddetti “alternativi”, “fricchettoni” o “zecche”, mentre dall’altra parte c’erano i ragazzi simpatizzanti della destra noti per lo più come “pariolini”, che con i loro occhiali a specchio ray ban, giacche in pelle e orologio Rolex al polso anticipavano in qualche modo i griffatissimi anni ’80. Vediamo ora quali sono vestiti e accessori cult in voga (soprattutto tra i più giovani ma non solo) in quegli anni.


Pantaloni e jeans a zampa di elefante: un must dei primissimi anni ’70!

pantaloni zampa elefante anni 70

I pantaloni più comuni, soprattutto nella prima metà degli anni ’70, erano quelli “a zampa di elefante“, cioè stretti all’altezza della coscia e larghi alle caviglie. Utilizzati da entrambi i sessi i pantaloni a zampa che si vedevano in giro per le strade della capitale in quegli anni potevano raggiungere, nella loro parte bassa, misure veramente ragguardevoli. I pantaloni oltre che nel classico jeans, potevano essere in tela o in suède (pelle scamosciata) e si abbinavano in primis con maglie e giacche strette e corte.


Zeppe vertiginose e sandali rasoterra: calzature in perfetto stile gipsy hippie anni ’60!

zeppe anni 70

Nei primi anni ’70 anche nella capitale resiste lo stile che aveva cosi fortemente caratterizzato la moda, soprattutto giovanile, di qualche anno addietro. Spazio quindi alle fantasie floreali, alle borse con le frange, alle collane lunghissime mentre ai piedi le opzioni per la maggior parte delle ragazze erano sostanzialmente due: grandi zeppe col tacco in sughero oppure con il caratteristico taccone squadrato, in alternativa, soprattutto nella bella stagione, sandali senza tacco, e spesso senza marca, che esprimevano semplicità e “povertà”, caratteristiche queste ben accette da chi si riconosceva, più o meno convintamente, nel movimento “hippie” di gran moda in quegli stessi anni.


Minigonne optical oppure floreali e.. stivaloni sopra le ginocchia!

minigonna anni 70

Eredità degli anni ’60, le minigonne, anche nella decade successiva, goderono di un certo successo, senza però replicare il boom degli anni precedenti. In jeans, in cotone o in pelle scamosciata le mini, oltre che nella classica e pulita mono-tinta erano spesso decorate con motivi optical, geometrici o floreali. La minigonna si accompagnava per lo più con capienti giacche e ai caratteristici stivaloni i quali, spesso e volentieri, arrivavano addirittura sopra le ginocchia.


Pantaloni palazzo, maglioni over e gonne alla zingara..

pantaloni palazzo anni 70

Nei primissimi anni ’70 le maxi misure erano molto ben viste e anche a Roma, come del resto in tutte le grandi città italiane ed europee, era facile imbattersi in donne che indossavamo i tipici (per quegli anni) pantaloni palazzo, un taglio di pantalone extra large che scende dritto e largo fino in fondo alla gamba. Oltre ai pantaloni palazzo erano di moda anche le cosiddette “gonne alla zingara“, un tipo di gonna dal tessuto leggero molto lunga e altrettanto larga, piena di decorazioni, frange e sbuffi che spesso si portava con ampi maglioni di due o tre misure extra.


Maglioncini Dolcevita.. il capo unisex per eccellenza!

roma anni 70

Il dolcevita è un tipo di maglia aderente e a maniche lunghe in genere fatta di morbido cotone o misto lana con la caratteristica di avere un collo alto e risvoltato. Questo genere di indumento era molto in voga negli anni ’70, tanto è vero che assurse a simbolo unisex proprio con l’avvento del movimento femminista. Il nome italiano di questa maglia (da non confondersi col lupetto che ha un girocollo più basso) è dovuto al fatto che fu visto indosso a Marcello Mastroianni mentre era sul set di uno dei capolavori cinematografici dei primi anni ’60, La Dolce Vita appunto di Federico Fellini.


Arrivano gli shorts, è boom di pantaloncini!

shorts anni 70

Negli anni settanta ci fu, un po’ in tutto il mondo, un vero boom dei pantaloncini (soprattutto in jeans), i cosiddetti shorts, e anche Roma non rimase estranea a questo fenomeno. In realtà questo tipo di indumento, pur mettendo in risalto determinate parti del corpo e risultando per questo motivo estremamente sexy, era anche comodo da indossare e permetteva una certa libertà di movimento. I pantaloncini erano per lo più a vita alta e si accompagnavano a camice colorate dal taglio svasato o a magliette attillate.


Espadrillas, le mitiche scarpe calzate come ciabatte..

Espadrillas anni 70

Di gran voga in tutta Europa (e Roma non fa eccezione) tra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80, le Espadrillas in realtà hanno una storia molto più antica. Questa particolare scarpa-sandalo, che i giovani calzavano soprattutto a mo di “ciabatta”, nacque infatti diverse centinaia di anni fa in Spagna e Portogallo e, in origine, si trattava di umili calzature realizzate a mano con materiali come la canapa e la juta.


I Zoccoli del Dottor Scholl.

zoccoli dottor scholl anni 70

Anche se il boom, soprattutto negli Stati Uniti, risale alla metà degli anni sessanta, qui in Italia, e in modo particolare a Roma, è solo nella decade successiva, negli anni settanta quindi, che i fortunatissimi Zoccoli del Dr. Scholl si diffondono a macchia d’olio tra i consumatori. Lo zoccolo con il plantare anatomico in legno di faggio grazie al quale il piede compie una salutare ginnastica ad ogni passo mette d’accordo tutti, dai giovani attenti alle ultime tendenze ai meno giovani con problemi ortopedici più o meno impellenti.


Eskimo e  kefiah palestinese: il look da picchetto!

Eskimo anni 70

Diventato famoso grazie ai tumulti studenteschi del ’68, l’eskimo, il giaccone impermeabile verde militare (ma c’era anche in blu scuro e in beige) divenne quasi un simbolo tra i giovani di sinistra degli anni ’70. Questo indumento del resto aveva due apprezzabilissime caratteristiche, un prezzo accessibile e la praticità, il cappuccio e la fodera interna in pelo sintetico staccabile lo rendevano infatti un capo che si poteva sfruttare in diverse condizioni climatiche. Spesso l’eskimo era portato insieme ad una kefiah (tradizionale copricapo arabo) annodata intorno al collo, quasi una “divisa” quest’ultima di una certa controcultura militante molto diffusa tra gli studenti romani sia liceali che universitari.


Tolfa, gilet e foulard dallo stile orientale, calzoni attillati e il simbolo della pace: i Fricchettoni!

borsa tolfa fricchettone anni 70

Siamo nella seconda metà degli anni ’70, i settantasettini hanno ormai preso il posto dei sessantottini, la contestazione e il femminismo sono al loro apice e c’è la mitica “Tolfa“, una borsa di cuoio oppure in pelle scamosciata dal disegno spartano, con un odore preciso di pelle poco trattata simbolo di un certo ritorno all’artigianato e all’essenziale in contrapposizione al consumismo dilagante. E chi indossava la tolfa? lui, il fricchettone, una sorta di post hippie che era facile incrociare un po’ in tutte le zone di Roma, dal centro alla periferia, che alla sua tolfa (spesso consumata all’inverosimile e con l’immancabile spilletta della pace appuntata sul risvolto) abbinava colorati gilet e foulard di stampo orientaleggiante e pantaloni attillatissimi.


Lo stivaletto con la suola carrarmato tanto amato dalle subculture giovanili: gli Anfibi!

anfibi anni 70

L’anfibio è un particolare tipo di stivaletto dotato di stringhe e suola a carrarmato, la peculiarità di questa calzatura è quella di essere realizzata in materiale stagno (in genere cuoio) che lo rende ideale per camminare in zone molto umide (da qui il nome). L’anfibio ebbe una grande diffusione tra i giovani romani della fine degli anni ’70 sia di estrema destra (i skinhead) che di area anarchica (i punk), in realtà, in entrambi i casi, era utilizzato anche, se non soprattutto, per rivendicare un’ascendenza “proletaria”. Più di recente l’anfibio ha subito un nuovo revival grazie a movimenti come ska, new wave, grunge e brit-pop.


Occhialoni oversize in stile Elton John detti anche “fanale” e Ray Ban a goccia!

occhiali ray ban anni 70

Quali occhiali andavano negli anni ’70? basta guardare cosa indossava l’Elton John  di “Crocodile Rock” per rendersene subito conto! Gli occhiali degli anni ’70 erano i cosiddetti “fanale“, occhiali oversize con montature a vista e lenti spesso colorate che nascondevano il viso, perfetti per essere abbinati a calzature ridondanti come le zeppe. Sul finire degli anni ’70 però si cambia, gli occhiali più in voga hanno una montatura più sottile (modello a goccia), lenti scure oppure a specchio ed una marca che non ha bisogno di presentazioni, Ray Ban!


Rolex: l’orologio che preannuncia i griffatissimi anni ’80!

orologio rolex anni 70

Sul finire degli anni ’70, in controtendenza rispetto a determinati movimenti anti-consumisti diffusi soprattutto negli ambienti giovanili della sinistra extraparlamentare e dell’area anarchica, andava diffondendosi, tra i giovani dei quartieri bene della capitale, come ad esempio i Parioli, un’ideologia di destra più aperta al consumismo e ai suoi simboli. Tra questi, oltre alle giacche di pelle e ai maglioncini firmati, c’erano senza dubbio gli orologi Rolex, un tipo di orologio di fascia alta (e parecchio costoso) che, alla fine degli anni ’70, e soprattutto tra i cosiddetti “pariolini“, era molto di moda sia nella sua versione in acciaio che in quella, forse un po’ più pacchiana, totalmente dorata.


Arriva la Disco anni ’70: la “Febbre del Sabato Sera” de Noantri!

pantaloncini disco anni 70

Gli anni ’70, almeno qui nella capitale, non sono solo gli anni delle contestazioni studentesche e delle ideologie, ma sono anche gli anni in cui la gente, soprattutto tra i giovani, ama uscire e divertirsi, e non è un caso che, proprio in quegli anni, va diffondendosi in città un fenomeno di proporzioni planetarie importato dagli Stati Uniti, la disco music. In realtà la disco music aveva anch’essa un suo perché “politico” (nel senso largo del termine) infatti, per certi aspetti, era una sorta di reazione contro il dominio della musica rock allora imperante e contro la stigmatizzazione della musica da ballo da parte di certa controcultura giovanile molto diffusa all’epoca. Spazio quindi alle camicie di lurex, ai pantaloncini spandex, ai lustrini, agli abiti con spacchi vertiginosi, ai vestiti attillati e agli stivaloni in pvc o in latex, mentre per gli uomini camicie sbottonate sul petto e pantaloni aderenti, meglio ancora se danno risalto a determinate caratteristiche anatomiche!


Gli “esibizionistici” anni ’70 sulle spiagge del litorale: bikini, tanga, shorts, occhialoni da sole e grandi cappelli di paglia..

bikini anni 70

Negli anni settanta in spiaggia il motto è “esibire” e il costume da bagno si rimpicciolisce, e non di poco, rispetto i modelli che avevano dominato il mercato fino a dieci, quindici anni prima. I bikini si riducono a quattro triangoli di stoffa cuciti tra loro, i tessuti dei costumi da bagno assumono una texture lucida e i colori diventano via via più vivaci e intensi oppure si riducono ad un contrastato bianco e nero. Un look di sicuro effetto in quell’epoca è senz’altro quello che vede un bikini con reggiseno a triangolo, magari realizzato all’uncinetto, abbinato a pantaloncini di jeans (i cosiddetti shorts), alle immancabile zeppe, ad un paio di occhialoni da sole e ad un grande cappello di paglia.