Giorgina Masi, Walter Rossi e Valerio Verbano.

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Tra le tante vittime della Roma degli anni settanta, dai giovani militanti dei movimenti ai rappresentanti delle forze dell’ordine, dai semplici passanti che si trovarono nel posto sbagliato al momento sbagliato ai magistrati impegnati in inchieste scottanti, abbiamo selezionato tre casi emblematici e tra i più noti tra quelli che coinvolsero giovani di sinistra e di area radicale.

Giorgina Masi (Roma, 6 agosto 1958 – Roma, 12 maggio 1977)

Nel tardo pomeriggio di giovedì 12 maggio 1977 in pieno centro storico a Roma, durante una manifestazione pacifica del partito radicale, scoppiarono violenti scontri tra dimostranti infiltrati dell’Autonomia Operaia e forze dell’ordine. Alle ore 19:55 un proiettile vagante calibro 22 colpisce all’addome Giorgina Masi, una studentessa diciottenne che si trovava in piazza Gioacchino Belli (Trastevere) per seguire la manifestazione insieme al fidanzato Gianfranco Papini. Giorgina fu subito soccorsa ma morì poco dopo in ospedale. Il colpevole dell’assassinio non fu mai assicurato alla giustizia. In realtà nel caso di Giorgina Masi c’è chi sostenne la tesi del “fuoco amico” sparato da un autonomo chi, invece, come l’avvocato della famiglia, addebitò la responsabilità alle forze dell’ordine in borghese presenti quella sera sul luogo del fatto.

Walter Rossi (Roma, 12 aprile 1957 – Roma, 30 settembre 1977)

Roma, 30 settembre 1977, durante un volantinaggio di protesta nel quartiere della Balduina, storica roccaforte romana della estrema destra, muore, per un colpo d’arma da fuoco alla testa, Walter Rossi, un giovane militante di sinistra appartenente al movimento Lotta Continua. La manifestazione in realtà era una rappresaglia ad un altro fatto di sangue avvenuto solo il giorno prima ovvero il ferimento della diciannovenne Elena Pacinelli a Monte Mario. A sparare, questa volta in via delle Medaglie d’Oro, furono a quanto pare un gruppo di neofascisti tra le cui fila c’erano, armati di tutto punto, Alessandro Alibrandi e Cristiano Fioravanti. La colpevolezza dei due noti esponenti neofascisti romani però non fu mai appurata tant’è che la morte di Walter Rossi, ancora oggi, non ha ancora un responsabile vero e proprio.

Valerio Verbano (Roma, 25 febbraio 1961 – Roma, 22 febbraio 1980)

Alle 12:45 del 22 febbraio 1980, tre giovani armati e col volto coperto da un passamontagna si introducono con una scusa in casa Verbano, famiglia piccolo borghese di estrazione anti-fascista residente al quarto piano di via Monte Bianco 114 (Monte Sacro). I tre, armati di pistole con silenziatore, legano e imbavagliano i genitori di Valerio Verbano, un giovane attivista appartenente ad Autonomia Operaia. Un’ora più tardi, al suo rientro in casa, Valerio viene subito assalito dai tre individui e, dopo una violenta colluttazione, viene raggiunto da un colpo di pistola alla schiena che gli perfora l’intestino, morirà prima di arrivare in ospedale. Come negli altri due precedenti casi anche questo omicidio non ha un responsabile identificato.

Foto: Giorgina Masi, Walter Rossi e Valerio Verbano.

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