Idroscalo di Ostia, 2 novembre 1975, giorno dei morti. In uno squallido sterrato adiacente a una baraccopoli poco distante dal mare viene trovato il cadavere martoriato di Pier Paolo Pasolini, 53 anni, poeta, scrittore, regista ed intellettuale controcorrente tra i più lucidi ed ispirati di tutto il novecento. Del suo assassinio viene accusato l’allora diciassettenne Giuseppe Pelosi, detto “Pino la rana” per via dei suoi occhi sporgenti, un ragazzo di vita “rimorchiato” dallo stesso Pasolini nei dintorni della stazione Termini la sera precedente. Pasolini fu ucciso in maniera brutale, percosso e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia per più volte, apparentemente (in realtà le circostanze di questo omicidio sono tutt’oggi poco chiare) proprio per mano di uno di quei “ragazzi di vita” per la cui omologazione sociale e culturale il poeta si era tanto speso nel corso della sua intensa carriera artistica e letteraria.
Foto: Pier Paolo Pasolini.