Movimento del 77: occupazione delle case sfitte, esproprio proletario e auto riduzione.

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Nato principalmente nell’area dei gruppi della sinistra extraparlamentare, romana e italiana in genere, il Movimento del ’77 è abbastanza inedito rispetto ad altri movimenti giovanili che lo hanno preceduto, ivi compreso quello del sessantotto. I “settantasettini” infatti, a differenza dei loro fratelli maggiori, oltre a contestare il sistema dei partiti e i sindacati, inclusa la CGIL di Luciano Lama, proponevano un modello d’azione diretta dove il cambiamento doveva avvenire subito, le pratiche per ottenere questo cambiamento spaziavano dagli “espropri proletari” nei supermercati alla occupazione di case sfitte o abbandonate fino all’auto riduzione di una serie di servizi, dai biglietti del cinema alle bollette del gas. Alle manifestazioni fatte da studenti cosi come da appartenenti alle classi più emarginate provenienti dalle periferie delle grandi città si univano, purtroppo e sempre più spesso, gruppi armati dell’area autonoma pronti allo scontro frontale con le forze dell’ordine oppure con i gruppi antagonisti dell’estrema destra.

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