Modem 56k: lo strumento di “archeologia” informatica che faceva navigare come bradipi…

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Negli anni ’90 anche in Italia iniziò lentamente a prendere piede l’utilizzo di internet. Per collegarsi alla rete all’epoca serviva oltre ad un computer, un provider (in genere rappresentato da una grande società di telecomunicazioni), una linea telefonica e un piccolo apparecchio detto MODEM. Quest’ultimo aveva il compito di MODulare e DEModulare i vari dati trasformandoli da digitali (adatti quindi ad essere interpretati dal computer) ad analogici (tipo di dati che viaggiano sulla linea telefonica). Fino alla fine degli anni ’90 lo standard era il cosiddetto modem 56k, strumento noto soprattutto per via dei strani scampanellii robotici che emetteva ogniqualvolta cercava di connettersi a internet. Questo modem in realtà garantiva una velocità di accesso bassissima, basti pensare che una normale linea ADSL è in media duecento volte più veloce.

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