Passati i rampanti anni ’80, gli anni ’90 si presentano come un decennio un po’ “confuso” anche per via di una globalizzazione ormai imperante e soprattutto troppo veloce. La società italiana si “internazionalizza” sempre più e questo a causa di tre fattori principali: la presenza via via più numerosa di cittadini stranieri sul territorio (è proprio in questa decade infatti che città come Roma iniziano a cambiare pelle), una maggiore circolazione delle merci e lo sviluppo delle comunicazioni (il 20 dicembre 1990 viene lanciato ufficialmente il www). Insomma un eccesso di input provenienti da ogni dove che, se da un lato sono fonte di grande arricchimento, dall’altro contribuiscono ad alimentare costumi sociali basati sull’incertezza. La moda degli anni ’90 infatti appare molto più impacciata rispetto quella dei decenni precedenti. Da una parte infatti questi anni sono in continuazione con gli anni ’80 e quindi all’insegna del capo griffato e del brand, dall’altra al contrario ripudiano il consumismo ricollegandosi idealmente ai più alternativi anni ’70 (basti pensare a fenomeni come il grunge o al ritorno del punk).
Accessori beauty look anni ’90: rossetto mat, glitter per il corpo e chocker…
Negli anni ’90 tra i tanti prodotti ed accessori di moda tra le ragazze per migliorare il proprio “beauty look” c’è ne sono stati alcuni che sono praticamente diventati un classico di quest’epoca. Iniziamo con il rossetto mat, un tipo di rossetto dai toni scuri che spaziavano dal marrone al prugna, dal rosso sfumato con il nero fino al blu e che restituivano un profilo delle labbra molto ben delineato. Questo genere di rossetto lo si abbinava spesso con il cosiddetto chocker o strangolino, un nastrino di velluto o altro materiale (pelle, cotone ecc..) in genere di colore nero che si portava come fosse una specie di “collare”. Infine era molto diffuso, soprattutto tra le giovanissime, il glitter per il corpo, speciali brillantini da utilizzarsi nelle serate in discoteca e da applicarsi su zigomo, palpebre, décolleté e pancia (se scoperta).
Anfibi Dr Martens: gli scarponcini trendy rosso bordò, verde militare, neri o bianchi…
Nati negli anni ’50 come scarpe antinfortunistiche e presto trasformati in calzature alla moda, gli anfibi Dr Martens sono sicuramente uno dei modelli di calzatura più di tendenza di tutti gli anni ’90. Le caratteristiche che hanno contribuito al successo di questo scarponcino sono, tra le altre, la consistente suola di gomma e le cuciture a vista color giallo che impuntano il profilo della scarpa. Altra carta vincente degli anfibi Dr Martens è sicuramente la vasta gamma dei colori disponibili che spazia dall’iconico color bordeaux all’intramontabile nero, dal verde militare alle tonalità marroni fino al bianco ottico, quest’ultimo utilizzato soprattutto dalle ragazze sotto il classico look “total black”.
Buffalo: la scarpa dei discotecari per eccellenza con tanto di suola “grattacielo”…
Forse non sono un esempio di eleganza e stile in senso classico ma è indubbio che le Buffalo sono state tra le calzature più in voga, e per certi versi anche tra le più riconoscibili, di tutti gli anni ’90. La scarpa, che era un vero must soprattutto tra i teenager sia maschi che femmine, era caratterizzata da una para di gomma molto alta e dall’aspetto massiccio, caratteristica questa che la rendeva una calzatura appariscente tanto da diventare un punto fermo nel look del giovane discotecaro dell’epoca, che spesso la indossava in abbinamento al pantalone (bianco o nero) con striscia catarifrangente e al più classico giubbino Essenza.
Copricapi in voga negli anni ’90: cappellino da baseball con visiera e berretto beanie…
Tra i copricapi più in voga di tutti anni ’90 due modelli spiccano su gli altri e sono il berretto beanie e il classico cappellino da baseball con visiera. Il beanie è un copricapo che deve buona parte del suo successo alla sua praticità, tiene caldo (soprattutto se di lana) ed è comodo da indossare. Di beanie in realtà ne esistono diversi modelli, si va infatti dal più calzante modello a cuffia al beanie oversize (che resta un po’ penzolante da un lato) fino al beanie pon pon. L’altro copricapo molto popolare in quegli anni abbiamo detto è il cappellino da baseball, amato principalmente dai giovani rapper e dagli “skateboardisti”. Realizzato in cotone cucito a spicchi (talvolta vivacemente colorati) questo copricapo è facilmente riconoscibile soprattutto per via della visiera che può essere piatta o arcuata.
Camicia Tartan, l’inconfondibile camicione a scacchi che si portava sbottonato o alla vita…
Negli anni ’90, soprattutto sull’onda di certa moda grunge, andava molto l’utilizzo del tartan, quel particolare disegno dei tessuti a scacchi originario della Scozia utilizzato in origine per confezionare il kilt, il tradizionale gonnellino. In tartan ad essere gettonatissime erano soprattutto le camicie a quadrettoni in rosso dominante e con tasche sul petto. Queste camicie, dalle misure spesso generose, si portavano aperte sopra una maglia oppure arrotolate in vita. Oltre alle camicie con lo stesso tipo di tessuto si confezionavano anche pantaloni e cappottini leggeri stile blazer oversize.
Cardigan e maxi pullover: il classico capo “preso in prestito” dal guardaroba del papà!
Sebbene il pullover, soprattutto quello con cerniera, e il cardigan (maglione che si apre sul davanti come fosse una giacca) erano, almeno negli anni ’90, considerati degli indumenti per lo più “maschili”, in realtà, sempre in questi stessi anni, sono soprattutto le donne a farne largo sfoggio anche sulla scia del cosiddetto “mannish style”. Ad andare per la maggiore tra il gentil sesso erano infatti i maxi pullover e i cardigan oversize, questi ultimi quasi sempre abbinati ad un top aderente. A piacere molto del cardigan, oltre all’effetto avvolgente, era anche il fatto che sembrava (o era) preso in prestito dall’armadio del papà o del compagno.
Converse All Star rosso bordeaux: icona dello street style anni ’90!
Uno dei capi d’abbigliamento più “iconici” di tutti gli anni ’90 sono stati probabilmente le Converse All Star (a cominciare da quelle di colore rosso bordeaux). Ideate nei lontani anni ’20 da Chuck Taylor, un giocatore di basket professionista che aveva necessità di una calzatura particolare (alta sulla caviglia) da utilizzarsi sui campi da gioco, le All Star sono diventate popolari nel corso del tempo anche per via dei molti musicisti rock che amavano indossarle sul palco durante i loro concerti. Negli anni ’90 l’azienda produttrice della scarpa, la Coverse (marchio ora di proprietà della Nike), riuscì a perpetuare il successo delle All Star, iniziato già negli anni ’70, grazie soprattutto ad aggressive e riuscite campagne di marketing.
Crop top: il top corto che lascia intravedere la pancia da abbinarsi ai jeans…
Il “crop top”, ovvero il top corto che scopre la pancia, è un capo d’abbigliamento che non mancava mai nel guardaroba della ragazza alla moda degli anni ’90, tanto da essere considerato un vero must di quel decennio. Questo tipo di maglia infatti si inseriva perfettamente in un look “casual grunge” molto in voga all’epoca. Il più delle volte il crop top lo si abbinava ad un paio di jeans a vita alta oppure ai cosiddetti ripped jeans, ossia i jeans con gli strappi, per un effetto del tipo “casual-trasandato”. Talvolta il top era impreziosito da una serie di collane a cascata con ciondoli oppure era indossato sotto camicie e giacche denim.
Felpe girocollo e con cappuccio, con o senza zip: Adidas, Nike e Calvin Klein…
La felpa è la classica maglia sportiva diffusasi, soprattutto tra giovani e giovanissimi, a partire dagli anni ’80. Questo indumento, grazie al morbido tessuto e al taglio confortevole, deve il suo successo nel tempo alla sua praticità e vestibilità. Le felpe infatti vengono prodotte in diversi modelli, si va dal classico girocollo alla felpa con cappuccio con o senza zip. Negli anni ’90 andavano molto le felpe con stampato in bella vista il logo del brand, a farla da padrone sul mercato erano colossi come Adidas, Nike e Calvin Klein (quest’ultimo produceva felpe nelle tonalità grigio, nero e bianco con il marchio “CK” stampato sul petto). Questo tipo di maglia veniva il più delle volte abbinato a jeans e sneakers.
Jeans e ancora jeans: jeans a vita alta, shorts, bermuda e ripped…
Dopo il grande successo degli anni ’70 e ’80, l’intramontabile jeans fa tris e spopola anche per tutti gli anni ’90. In questa decade a farla da padrone sono, soprattutto tra le donne, i jeans a vita alta, un modello di pantalone che esalta le silhouette soprattutto se stretto alla vita. Nella bella stagione invece a spadroneggiare sono gli shorts, il pantaloncino jeans infatti è un vero must dell’epoca che veniva spesso abbinato ad un crop top piuttosto che alla camicia o al blazer. Tra gli uomini, oltre al pantalone classico, fa capolino il jeans in formato “bermuda” il più delle volte portato con un paio di sandali oppure con le sneakers. Molto in voga negli anni ’90 erano anche i cosiddetti “ripped jeans” ossia i jeans con gli strappi.
Mandarina Duck: lo zaino per il tempo libero in voga tra le giovani generazioni…
La Mandarina Duck è una azienda italiana specializzata in valigie, borse per il tempo libero, portafogli ecc… conosciuta, oltre che per questi suoi prodotti, anche per via del simpatico logo, un’anatra mandarina stilizzata. Tra i tanti articoli lanciati negli anni ’90 dal brand bolognese uno su tutti si impose tra le giovani generazioni tanto da diventare di moda, lo zaino Mandarina Duck. Anche se il design, nel suo complesso, ricordava da lontano quello dello zaino Invicta che aveva furoreggiato nel decennio precedente, lo zaino Mandarina aveva, rispetto il famoso predecessore, uno stile più sobrio e tonalità meno accese.
Mannish style: il look “maschile” nato con dive come Greta Garbo e Marlene Dietrich…
Tra gli anni ’20 e ’30 dive straordinarie come Greta Garbo e Marlene Dietrich dimostrarono al mondo intero che una donna poteva essere benissimo seducente e sensuale sfoggiando capi d’abbigliamento prettamente maschili. La lezione non è stata dimenticata tanto è vero che negli anni ’90 sono state tantissime le donne che hanno privilegiato un look mannish, un look quindi che trae ispirazione dai capi d’abbigliamento del guardaroba maschile specie se di gusto “vintage”. Spazio quindi alla camicia bianca da uomo abbinata al gilet, alle scarpe con i lacci, al papillon, alle bretelle con il calzone a vita alta, al cardigan oversize, al blazer, alla tuba e al cappello panama.
Nike Air Jordan, la scarpa cult dedicata alla leggenda del basket Michael Jordan…
Tra le scarpe cult per eccellenza degli anni ’90 una menzione di merito va sicuramente riconosciuta alle Nike Air Jordan, la famosa scarpa da basket di casa Nike lanciata nella seconda metà degli anni ’80 e ispirata al campione di pallacanestro Michael “Air” Jordan, considerato da molti il più grande cestista di sempre. La Air Jordan è una linea di calzature dallo stile fresco ed esteticamente efficace caratterizzata da un taglio alto, una tomaia in pelle e una camera d’aria sotto al tallone per ammortizzare gli impatti. La scarpa, nelle sue varie edizioni prodotte nel corso degli anni, viene etichettata da numeri romani progressivi (oggi siamo al trentaduesimo modello).
Onyx e solo Onyx: la teenager anni ’90 è praticamente Onyx addicted!
Una delle marche cult anni ’90, almeno tra le più giovani, è senz’altro la Onyx che, insieme ad Essenza, aveva in questo particolare target un successo davvero considerevole. In altre parole per una ragazzina dell’epoca non avere qualcosa della Onyx significava essere out. Dalle t-shirt ai pantaloni, dalle scarpe alle borse, dai portafogli agli accessori tutto era griffato Onyx. A fare la fortuna del brand erano anche le sue “testimonial”, simpatiche ragazzine trendy che venivano rappresentate come personaggi dei fumetti e stampate su felpe, gonne e maxi borse.
Salopette di jeans: un must da abbinare a top smanicati e sneakers …
La salopette di jeans è stato, in fatto di abbigliamento femminile o comunque unisex, uno dei must degli anni ’90. Sostanzialmente si trattava, o meglio si tratta visto che le salopette si possono trovare in vendita tutt’oggi, di un pantalone dalle gambe più ampie del normale che presenta un prolungamento sul busto (pettorina) mantenuto da due bretelle incrociate dietro la schiena. La salopette di jeans negli anni ’90 veniva spesso abbinata, dalle donne, a top smanicati o comunque a maglie aderenti, mentre sotto si accompagnavano bene le classiche sneakers o delle scarpe aperte. Diffuse all’epoca erano anche le salopette di jeans in versione “shorts”.
Sandalo mania anni ’90: dal sandalo uomo in stile “Giuda” ai sandali donna con zeppa!
Negli anni ’90 tornò di moda una tipologia di calzatura tra le più antiche che si conoscano, il sandalo. Tra gli uomini a farla da padrone erano dei particolari sandali, diffusi tutt’oggi a dire il vero, composti da tre strisce di pelle o cuoio con relative fibbie che andavano a chiudere sulla suola della scarpa. Il sandalo spesso si abbinava ai cosiddetti “pinocchietti”, un tipo di pantalone, chiamato tecnicamente “Capri”, che è un po’ un incrocio tra un bermuda e un pantalone lungo. Tra le donne invece ad andare per la maggiore erano i sandali con la zeppa, una calzatura in stile Spice Girls meglio se vivacemente colorata (famosi all’epoca erano i sandali Fornarina).
Stile gotico: la moda dark fatta di pizzo e velluto nero e scarpe di tipo fetish…
La stile gotico o moda goth godette di un certo successo, soprattutto tra il pubblico femminile, per tutti gli anni ’90. In sostanza il look “gotico” consisteva nel privilegiare l’utilizzo di colori come il nero (tinta dominante), il viola, il rosso e il verde scuro. Le donne vestivano spesso top di pizzo, gonne lunghissime in stile vittoriano e soprabiti in velluto. Sotto questi completi erano solite indossare scarpe in stile fetish dal tacco molto alto o scarpe come New Rocks e Dr Martens. Per quanto concerne il beauty e gli accessori spazio a rossetti e smalti scuri, capelli neri (tinti), piercing, collane, ciondoli, anelli argentati, borchie e croci.
Stile grunge: il look trasandato anni ’90 che ha fatto epoca!
Il Grunge è un movimento “alternative rock” nato a Seattle nella seconda metà degli anni ’80 e caratterizzato dal rifiuto dell’elettronica a favore di un suono più “sporco” e naturale (grunge infatti sta per “sporco”, “sudicio”). La corrente musicale finì ben presto con il contaminare anche la moda, nacque così lo “stile grunge”, un modo di vestire che era anche un modo di essere che si ispirava prevalentemente ad alcune rock star di quegli anni come Courtney Love e Kurt Cobain. Quello grunge era il classico look “trasandato” fatto di capi unisex, ripped jeans, anfibi ai piedi, giubbini di pelle consumata, maglie e maglioni informi, camicie di jeans e flanella, zuccotti di lana, pantaloni e calze strappate e poi ricucite, baby dolls usati come accessori e ovviamente camicioni tartan da portare legati in vita.
Stile Hip Hop: felpe extralarge, cappellini da baseball e scarpe da basket …
Nato negli anni ’70 tra le strade di New York, il movimento musicale e culturale dell’Hip Hop si diffuse a livello globale per tutti gli anni ’80, per poi espandersi ulteriormente negli anni ’90 tanto da influenzare in modo significativo l’atteggiamento e il modo di vestire, e per certi versi anche quello di pensare, di intere generazioni di giovani. Il look del “hiphoppista” era il classico look da strada che andava molto in voga a quell’epoca fatto di pantaloni extralarge, giacche abbottonate solo con il primo bottone, magliette e felpe cascanti vivacemente colorate, scarpe da basket e cappellini da baseball.
Stile rave party: pantaloni paracadute, piercing, sneakers e techno music…
Negli anni ’90 esplose in tutto il mondo occidentale il fenomeno dei cosiddetti rave party, feste spesso illegali che potevano durare anche più giorni e che si svolgevano solitamente in ampi spazi abbandonati come capannoni, fabbriche e cantieri ai margini delle grandi città. Com’è noto in questo genere di feste girava musica elettronica a tutto volume, del tipo house e techno, e molta ecstasy, che è un po’ la droga simbolo di quella decade. La diffusione su larga scala di questa contro cultura creò un suo “stile” d’abbigliamento chiamato appunto “stile rave” fatto di pantaloni larghi e cascanti detti “paracadute”, t-shirt e felpe oversize, tute da ginnastica dai colori cangianti, piercing e sneakers.